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Le molteplici proprietà dello zenzero

Nutraceutica

Le molteplici proprietà dello zenzero: dallo stomaco alle articolazioni passando per la testa

 

Lo Zingiber officinalis o zenzero è una radice antica utilizzata da millenni nella fitoterapia tradizionale medioorientale ed asiatica. Le venivano classicamente attribuite numerose proprietà: digestiva, disinfettante intestinale, antielmintica, epatoprotettiva, colagogo-colereretica, stimolante la mente, antinevritica, afrodisiaca.

Quali di queste proprietà sono state confermate dagli studi più moderni?
Una raccolta dei dati disponibili derivati da 12 studi clinici che hanno coinvolto 1278 donne gravide si è confermato un effetto antinausea degli estratti di zenzero, non associati a rischi per il feto. Un effetto simile è stato osservato anche sulla nausea indotta da farmaci e su quella associata al post-intervento chirurgico. L’effetto antinausea sembra correlato al meccanismo d’azione sfruttato dai più potenti farmaci antiemetici moderni, gli antagonisti recettoriali dei recettori 3 per l’istamina.

L’azione protettiva sullo stomaco sembra riflettersi anche sull’intestino, con un’azione antinfiammatoria locale ed una correlata efficacia nella riduzione dei sintomi associati alla sindrome del colon irritabile.Negli ultimi anni è stato anche studiato l’effetto dello zenzero sul metabolismo degli zuccheri, dove, in pazienti diabetici, è in grado di ridurre i livelli ematici di glucosio, di emoglobina glicata e di insulino-resistenza.E’ stato quindi studiato anche per le sue proprietà antinfiammatorie ed antidolorifiche, in particolare nelle pazienti affette da artrite reumatoide e quelle con dismenorrea. In particolare, per quanto riguarda la dismenorrea, oltre a ridurre il dolore (in modo simile all’acido nefenamico), lo zenzero sembra ridurre l’entità dei flussi più abbondanti, con le conseguenze positive che ne possono derivare in termini di astenia ed anemizzazione. Nell’osteoartrosi del ginocchio lo zenzero sembra svolgere un’azione antidolorifica simile a quella del diclofenac, ma anche sommatoria al farmaco senza aumento di effetti collaterali.

L’effetto antinfiammatorio dello zenzero sembra essere dovuto ad un meccanismo d’azione simile a quello del cortisone, ma senza i suoi effetti ormonali collaterali che lo rendono un farmaco relativamente poco maneggevole per l’impiego cronico. I dosaggi efficaci nell’uomo sono per assunzioni quotidiane di 750 mg – 2 grammi al giorno, associati ad un profilo di sicurezza molto elevato. Gli eventuali effetti collaterali sono per lo più legati al ritorno di sapore in bocca dello zenzero (se non gradito) e talora a reflusso. In studi su cellule e animali poi sembra che lo zenzero possegga importanti proprietà chemiopreventive (ovvero di protezione da sviluppo di neoplasie, specie del tratto gastroenterico) ed antineurodegenerative (ovvero di protezione del sistema nervoso centrale e delle funzioni cognitive), ma sono ancora da dimostrare chiaramente nell’uomo.
Per tutte queste sue proprietà lo zenzero si mostra molto simile come profilo di efficacia a quelli di un’altra nota spezia orientale, la curcuma, ed in particolare il suo principio attivo curcumina.

Lo zenzero contiene numerosissimi principi attivi, ma il più efficacie e probabilmente coinvolto in quasi tutti gli effetti sopra elencati potrebbe essere lo zingerone. Lo zingerone infatti si attiva (anziché distruggersi) con la cottura, per cui è probabilmente la molecola di cui hanno potuto meglio osservare gli effetti i nostri antenati quando lo usavano prevalentemente come alimento.