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Lo Iodio, la sua integrazione e gli effetti sulla tiroide

Salute e prevenzione

 

Lo Iodio è un minerale di fondamentale importanza per il benessere dell’uomo; la forma attiva a livello fisiologico è lo ione Ioduro (I¯) e il nostro organismo, in cui le quantità si attestano attorno ai 25-40µg lo utilizza per la sintesi degli ormoni tiroidei (T3 e T4).

I livelli di assunzione raccomandati sono di 150 µg al giorno per gli adulti fino ad un massimo di 600 µg. per gli integratori alimentari e gli alimenti il massimo ammesso è di 225µg. Le fonti principali di Iodio sono: pesce, uova, latte e, in misura minore, cereali e ortaggi. La tiroide è una ghiandola posta anteriormente alla trachea che si occupa del controllo delle funzioni metaboliche: regolazione della temperatura corporea, accrescimento e sviluppo dei tessuti e livelli di energia; compie queste azioni grazie, appunto, alla sintesi di Tiroxina (T4) e Triiodotironina (T3) il cui contenuto in Iodio è circa il 60%[1].



Purtroppo la carenza di Iodio è una delle principali emergenze sanitari, non solo del nostro paese ma a livello mondiale, tanto da produrre un’allerta da parte delle organizzazioni sanitarie come l’OMS e la rete di eccellenza EURRECA (EURopean micronutrient RECommendations Aligned) che nel 2010 ha inserito lo iodio nella lista dei dieci micronutrienti più importanti per quanto riguarda il fabbisogno; il ministero della salute italiano, nel 2005 ha emanato una legge per la diffusione del sale da cucina iodato al fine di ridurre l’incidenza di carenza da Iodio (ne è affetto circa il 10% della popolazione[1] assieme ad una campagna di informazione che dal 2006 è arrivata fino ad oggi:

Ma cosa provoca la carenza di questo minerale? 
La prima conseguenza è la riduzione dell’attività della tiroide, la quale, per cercare di colmare la sua inefficienza, aumenta il suo volume dando ipertrofia tiroidea, comunemente nota come gozzo. Può inoltre causare cretinismo e ritardi della crescita nei bambini.

La carenza prolungata di Iodio dà origine all’ipotiroidismo, il malfunzionamento, cioè, in difetto, della ghiandola. 
L’ipertiroidismo, invece, è l’eccessiva produzione di ormoni tiroidei e si tratta di una malattia autoimmune. In entrambi i casi, dove appunto ci sia una disfunzione della tiroide, è sconsigliato l’uso di integratori contenenti iodio (attenzione in particolare al fucus). 

In gravidanza e in allattamento oltre che nei bambini piccoli, l’integrazione di Iodio è fondamentale per il corretto funzionamento e formazione del cervello: una carenza può portare a deficit cognitivi di diversa entità.


[1] Farmacologia generale e clinica, Katzung. Ed. Piccin